Emilio Bonicelli (autore di "Ritorno alla vita", in occasione dell'intervista di Fabrizio Frizzi a Rosa Viola)
15 novembre 2009

Non ho potuto seguire la trasmissione, perché ero al lavoro, ma ho conosciuto Rosa Viola, me l'ha presentata Emilia. E' una persona di grande umanità, dal cuore generoso, appassionata al bene degli altri. Ho letto il suo libro. Merita di essere letto e come ogni libro vero è una provocazione forte alla verità della nostra vita.
Il libro si intitola "A piedi nudi", non ho capito l'editore, ma può essere richiesto all'Associazione doMos "Francesca Lombardi", via P. Nenni 21, Picerno (PZ).
Nel libro Rosa ha raccontato il suo dolore di madre per la perdita della figlia Francesca, malata di leucemia e si conclude con una raccolta di lettere scritte su questa vicenda. Vi riporto alcuni brani che mi hanno toccato in modo particolare e mi hanno fatto capire che amica grande sia Rosa.

"Quando anche noi apriremo quella porta e ne varcheremo la soglia, allora si schiuderanno davanti ai nostri occhi, in tutta la loro bellezza, i fiori di quel giardino, i nostri fiori, e saremo inebriati dal loro profumo e accecati dalla luce intensa dei loro colori. Credo che molti genitori come me aspettino questo momento: quando ogni lacrima sarà asciugata e ogni tristezza bandita dai nostri cuori, ci sarà posto solo per l'immensa gioia di stringere al petto ancora una volta, per sempre, i nostri figli".
"Dall'inizio del suo calvario, fino alla morte, e alla morte di croce, Francesca stata per noi tempio dello Spirito. Noi abbiamo fatto insieme a lei e grazie a lei un cammino di fede profonda, al termine del quale abbiamo acquisito la certezza che la nostra bambina sia stata scelta dal Signore, perché, diventando conforme a Cristo nella sofferenza e nella morte, lei potesse conoscere Lui e la potenza della sua resurrezione".


Non so se l'amica Rosa Viola legga il nostro Forum, ma credo che condivida l'aver fatto questo dono, attraverso due brani del suo libro, a tutti gli amici. Ciao Emilio


Nunzia
12 novembre 2009

Carissima Rosa, oggi ti ho vista a "Cominciamo bene"; non ho visto tutta l'intervista ma mi ha colpita la tua serenità, certamente dovuta a una grande fede. Io sono mamma di Asia, 8 anni, sana e anche carina come certamente era il tuo piccolo angelo. Ti posso dire che nonostante sia sana ho sempre il terrore di perderla, pur sapendo che la volontà di Dio Padre deve essere fatta e noi dobbiamo accettarla. Mia madre aveva perso un bambino di 10 anni e mezzo, e fino a quando si spenta, dopo 31 anni, non ha mai smesso di parlare di lui con serenità e affetto. A guardarti, stamattina, ho immaginato come sarà stato doloroso, per te, vedere la tua bambina colpita da un male dalla quale purtroppo non si guarisce con certezza (anzi).
Ma credo che la fine della sua sofferenza e del suo dolore abbiano dato un po' di pace al tuo dolore, sapendo che ora è in pace e non soffre più. Anche perché ora è lei a darti la forza e forse il Vostro enorme sacrificio e la Vostra enorme sofferenza è stata voluta proprio da Dio, affinché tu trovassi in questa inconsolabile perdita la tua forza per affrontare la battaglia per la quale siete nate: tu e il tuo angelo. Scusami se parla una mamma che non ha nulla a che vedere con te o con questa malattia. Ma sono pur sempre una mamma e poi non dobbiamo mai illuderci né credere che tutto possa accadere agli altri, tranne che a noi. E' per questo che ti dico grazie per questa forza che dimostri e per quello che fai per la nostra Basilicata.
Pregherò affinché la Vergine Maria sia sempre con te.


Anonimo
20 genneio 2009

Ciao, sono una ragazza di 17 anni... Un giorno parlando di leucemia la mia Prof mi ha consigliato di leggere questo libro (A piedi nudi)... l'ho letto con le lacrime agli occhi... questa storia mi ha colpita, mi ha fatta commuovere... sto pensando che, raggiunta la maggiore età, mi iscriverò al registro dei donatori di midollo osseo... perché c'è sempre la speranza di regalare la vita a qualcuno che la sta perdendo... faccio i miei più cordiali saluti alla signora Rosa Viola!


Sara De Feudis
21 aprile 2008

Ciao a tutti, mi presento... mi chiamo Sara De Feudis e sono di Venosa... ho saputo della vostra associazione all'AVIS di Venosa dove mi capitato tra le mani un vostro volantino e subito il cuore mi è balzato in gola... e dopo un po' di giorni ho pensato di scrivervi...
Sono iscritta all'ADMO da circa 6/7 anni... prima a Bologna ed ora a Bari... tralascio il perché e come mi sono iscritta...
Circa due anni fa... precisamente a marzo 2006 sono stata contattata e mi stato detto che risultavo compatibile con una persona... ho fatto tutti gli esami... e poi... tralascio ancora dei passaggi... il 9 aprile ho donato le staminali...
Poi dopo varie perizie più o meno piacevoli sono stata ricontattata... circa metà maggio... e mi hanno chiesto se volevo donare il midollo... ho preso qualche secondo e ho deciso... sì... ed ecco il 6 giugno ho donato...
L'esperienza stata bellissima... io ho preso un po' sottogamba l'intervento e tutto il seguito... perché ho sempre pensato che fosse un dovere morale e civico... dal momento che avevo scelto di iscrivermi... per ci sono dei ma...
Allora... premetto che lo rifarei anche domani... con la consapevolezza che non proprio una passeggiata... o almeno per me stato abbastanza pesante... i miei esami si sono sistemati solo dopo mesi... ma tralasciamo...
Ma la cosa che mi ha lasciato più rammarico la mancanza di attenzione che mi stata riservata... io non chiedevo chissà cosa... per neanche totale dimenticanza...
Allora... vengo al dunque... ho pensato di scrivervi perché magari può essere utile confrontarci e fare qualcosa anche per chi dona... soprattutto perché penso che senza un po' di sensibilità si rischia di non avvicinare altri o almeno chi magari vie indirette vive queste esperienze...
Concludo dicendo che per quanto mi riguarda io sono convintissima... come già ho detto lo rifarei... ed anche chi mi sta accanto... per non vi nascondo che altri mi hanno detto: "ma chi te lo ha fatto fare...?" e questa deve essere la barriera da abbattere... ma lo si può fare non solo rispettando chi riceve ma anche chi dona...
Vi lascio i miei recapiti e tutta la mia disponibilità a fare una chiacchierata... se vorrete... comunque vi auguro buon lavoro... Ciao a tutti, Sara De Feudis


Elisa Messina
Liceo Socio-Psico Pedagogico E. Gianturco - Potenza
20 dicembre 2007

A volte ci sono avvenimenti, fatti, storie che ci cambiano, in maniera più o meno profonda o che ci fanno fermare a riflettere. Riflettere su argomenti più svariati, ma il più delle volte su cose che sembrano scontate ai nostri occhi, quasi ovvie e imprescindibili.
Il fatto semplice di svegliarsi ogni mattina, andare a scuola, fare i compiti, una passeggiata, stare con gli amici, andare a dormire e poi ricominciare tutto daccapo... sembra una cosa "normale", a cui neanche facciamo più caso e anzi disprezziamo perché troppo monotona e ripetitiva.
Questo fin quando il nostro cuore e la nostra mente, irrispettosi del grande dono della vita e dell'essere sani, non "sbattono" contro delle storie vere e tristissime che ci fanno rendere conto che tutti quelli che fino ad un attimo prima erano "problemi" in seguito si rivelano essere "stupidaggini".
E' quello che successo a noi, ragazze del Liceo Socio-Psico Pedagogico E. Gianturco di Potenza l'11/12/07, quando per il "Progetto Scuola e Volontariato", è stata invitata presso la sala Mediafor sita in Via Milano la signora Rosa Viola, madre di una bambina di nome Francesca Lombardi morta di leucemia dieci anni fa.
Il tragico evento ha spinto la signora Rosa Viola a fondare l'associazione doMos (Associazione Donatori di Midollo Osseo) di cui presidente e a scrivere un libro: "A piedi nudi".
Il perché di questo titolo ci stato spiegato in modo molto particolareggiato ed è infatti ricco di significati: vuol simboleggiare la nudità dell'uomo di fronte alla malattia, alla morte e a Dio; un percorso di sofferenza, perché camminare a piedi nudi indica un percorso difficile e faticoso; si riferisce anche ad un sogno in cui la povera Francesca, il giorno prima di morire, racconta di aver giocato con una persona in cui ha riconosciuto Gesù da un particolare: camminava a piedi nudi. Come ultimo significato il cammino faticoso fatto a piedi nudi sta ad indicare l'angoscia da parte della madre di essere sopravvissuta alla figlia con i sensi di colpa di non averle potuto evitare delle sofferenze, magari facendo scelte sbagliate, ma al momento ritenute necessarie.
E' un libro profondo e struggente narrato in una maniera semplice, naturale e sofferta come solo una madre può fare, che si legge piangendo e tutto d'un fiato, e nel quale ci si immedesima e ci si rende conto di "essere baciati dalla fortuna" per il solo motivo di VIVERE ed essere SANI.
Ci si immedesima nel pensarsi figli e vedere le sofferenze dei propri genitori e nel pensarsi futuri genitori chiedendosi perché a volte la vita ci chiede certe prove da superare e come si fa a trovare la forza per proseguire. La FORZA in Rosa Viola ha preso il nome di ACCETTAZIONE ed stata possibile solo con una buona dose di FEDE.
Il libro, che la signora ha dichiarato essere il primo e l'ultimo, è nato da un'esigenza personale, esigenza di esternare il proprio dolore comprensibilmente incolmabile, esigenza di "DENUNCIARE" quei medici che hanno dimostrato esser sì dei dotti in campo professionale ma degli "IGNORANTI" in campo etico e morale.
Con questo libro la madre di Francesca ha cercato di farsi giustizia, di denunciare comportamenti che non reputa giusti o sbagliati, ma solo non chiari e non sempre leciti e legittimi.
La legge infatti ella afferma: "Non GIUSTA... e punisce i reati, non la mancanza di umanità e sensibilità, perché la legge morale dentro ognuno di noi!"
Finora sono state vendute 3000 copie del libro e i profitti ricavati sono stati destinati per l'acquisto di attrezzature per il Centro Trapianti di Midollo Osseo dell'Ospedale S. Carlo, diretto dal professore Olivieri dell'Università di Ancona.
In Basilicata sono già stati fatti 31 trapianti di midollo osseo e il totale di donatori nel nostro territorio di tremila persone. Donare il midollo è semplice e non comporta rischi oltre a quello normale dell'anestesia, ma è bene essere davvero sicuri dell'atto di altruismo e di generosità che si sta facendo. Deve esserci qualcosa più grande di noi, più forte che ci spinge a farlo.
Considerare la salute degli altri come se fosse la propria è un immenso atto d'AMORE.


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